Assassinati a colpi di pistola il capo stazione e la moglie

 
I viaggiatori ed il personale viaggiante, giunti stamane verso le 7 a Vignale, sulla linea ferroviaria Varallo-Novara con il primo treno del mattino, generalmente affollatissimo da operai e contadini, hanno gettato l'allarme con il racconto dello spaventoso spettacolo visto pochi minuti prima alla stazione immediatamente precedente, cioè S. Bernardino Briona, che da Vignale dista pochi chilometri. Qui il treno era giunto in perfetto orario e doveva sostare solo brevi minuti, per le normali operazioni del traffico. Già arrivando, il personale viaggiante nel convoglio aveva notato con sorpresa che le sbarre del passaggio a livello dell'incrocio esistente prima della stazione non erano state abbassate per il soppraggiungere del treno. La spiegazione della irregolarità, già di per sé stessa cosi grave, doveva essere data di lì a poco con la narrazione di un fatto gravissimo, scoperto poco prima dai viaggiatori di S. Bernardino in attesa di salire sul treno. Il paese è molto piccolo, ed ha una stazioncina altrettanto minuscola. Tutti i servizi, compresi quelli di manovalanza e di biglietteria, erano disimpegnati dal capo-stazione Alfonso Carosso, di 45 anni, e dalia moglie Domenica Galbani, da qualche tempo titolari della stazione come « assuntori ». Il loro lavoro era proceduto fino ad oggi perfettamente normale. Solo stamane i viaggiatori in attesa di acquistare il biglietto notavano l'assenza sia del « capo » che della moglie. Dopo una certa attesa data l'imminenza dell'arrivo del treno, alcuni, preoccupati della mancanza del servizio, si spingevano nell'interno dell'ufficio che serve da biglietteria ed anche da direzione. Sulla soglia di questo si faceva loro incontro un guardiacaccia del posto che, con viso stravolto, gridava: Li hanno ammazzati! Li hanno ammazzati! Superato un attimo di sbigottimento, il capotreno ed un gruppo di passeggeri penetravano nei locali. Qui uno spettacolo spaventoso appariva alla loro vista. Il capostazione giaceva riverso, crivellato da colpi di pistola, in una poiza di sangue. Accanto a lui, il cadavere discinto della moglie, parimente uccisa a colpi di rivoltèlla. Per la stanza, segni della lotta più aspra: sedie rovesciate, cassetti aperti, biglietti da cento sparsi in ferra, frammisti a documenti. I segni del delitto erano etndentissimi, quindi, ed a confermarli giungeva subito la scoperta che i fili del telefono erano stati tagliati dagli ignoti assassini. Superato il primo momento di terrore, i passeggeri pensarono di avvertire i Carabinieri di Vignale, verso cui il treno era stato fatto proseguire, e successivamente quelli di Novara, che subito si recavano sul posto. Dalle prime indagini, e dal referto medico effettuato immediatamente sui due corpi, risultava che il duplice atroce delitto deve essere stato compiuto almeno dieci ore prima della scoperta, il che lo farebbe risalire, approssimativamente alle ore 21 di ieri sera. Presso i due cadaveri venivano successivamente trovati un paio di zoccoli, un fodero di pistola, ed un caricatore vuoto. Come movente del delitto, prendeva subito corpo l'ipotesi della rapina. Si veniva a sapere infatti che, benché la stazioncina di S. Bernardino fosse normalmente dotata di scarsissimo contante, proprio il giorno precedente al crimine cioè ieri, il capostazione avrebbe dovuto ritirare lo stipendio e circa quarantamila lire di arretrati. Questo pare debba essere evidentemente l'abbietto motivo del duplice omicidio. Come questo si sia poi svolto, non è ancora possibile ricostruire esattamente. Si suppone che i due disgraziati, trovati entrambi in camicia da notte, siano stati svegliali da qualche rumore negli uffici sottostanti all'abitazione. Scesi come si trovavano, venivano affrontati da un numero ancora imprecisato di delinquenti, che devono aver loro imposto la consegna dei valori esistenti nella piccola stazione. Il capostazione e la moglie hanno reagito - fatto questo che potrebbe far supporre l'esistenza d'un solo assalitore - e la lotta è diventata tremenda. Il Carosso e la moglie si sono difesi ad oltranza, ma alla fine han dovuto soccombere. L'assassino o gli assassini, armati, hanno fatto fuoco sino a straziare il corpo delle vittime. La tragedia - come dicevamo - si svolse alle 21 di ieri e pare quindi strano il fatto come nessuno abbia udito i rumori della lotta atroce o almeno i colpi di pistola e sia corso quindi a dar man forte ai due poveretti. I carabinieri di Novara e delle stazioni vicine hanno immediatamente iniziato le indagini, per acciuffare gli autori del massacro. Sono stati interrogati tutti gli abitanti delle vicine cascine, onde sapere con precisione l'elenco di quanti sono stati visti transitare nei paraggi verso l'ora in cui si suppone sia avvenuta la tragedia. Prende corpo infatti la versione che gli assassini siano del luogo; e non solo perchè cosi facilmente avrebbero potuto sapere che il Carosso avrebbe dovuto essere in possesso della piccola somma costituita dallo stipendio e dagli arretrati, ma anche perchè si troverebbe una prima spiegazione al massacro, quando si voglia tralasciare l'ipotesi di un orribile desiderio di strage. II capostazione e la moglie, bruscamente svegliati, avrebbero infatti riconosciuto l'assalitore o gli assalitori e sarebbero quindi scesi da letto tranquilli, richiesti da un qualsiasi pretesto. Obbligati poi ad aprire la cassaforte - che è stata trovata aperta - i due si sarebbero allora difesi, tentando disparatamente di salvarsi. Le raffiche mortali hanno purtroppo reso vano ogni sforzo.