La stazione insanguinata

Tra tante descrizioni fatte del duplice e feroce assassinio alla stazione di San Bernardino di Briona, fra le molte ipotesi avanzate circa il movente del delitto, un importante elemento di contorno alla tragedia è rimasto ignorato. Si era detto che prima a constatare il massacro di Alfonso Carosso e della moglie Domenica Galbani fosse stata una viaggiatrice che si era presentata nella stazioncina verso le 6,30 del 2 agosto per l'acquisto del biglietto ferroviario. Si accennò anche al capotreno del primo convoglio di passaggio alle 6,41 a San Bernardino e diretto a Novara, come alla persona che ebbe a fare la macabra scoperta. Le indagini di questi primi giorni hanno invece assodato che alcune ragazze del luogo, occupate in uno stabilimento della nostra città, lungo il quotidiano tragitto dal paese alla stazione, avevano incontrato il guardiacaccla della zona, che, tutto stravolto, faceva la strada in senso inverso. Egli comunicava alle giovani operaie di aver visto poco prima il capo stazione e la moglie che giacevano massacrati nella biglietteria e le consigliava a tornare Indietro. Le ragazze, viceversa, nonostante il comprensibile spavento, avevano proseguito, e si erano accertate, in preda allo sbigottimento, della verità della notizia data loro dal guardiacaccla ed avevano informato del fatto il personale del treno, allorchè questo sopraggiunse qualche minuto dopo. Si apprende ora che il guardiacaccia, esponente di un partito di sinistra, e segretario della sezione dell'ANPI di Briona, è stato sottoposto ad interrogatorio. Una perquisizione al suo domicilio non avrebbe dato alcun esito, per cui il suo fermo non è stato mantenuto. Intanto il mistero del biglietto trovato nella fondina a pistola rinvenuta a pochi metri dal luogo del delitto e sul quale era scritto un nome e cognome è stato chiarito. Il nominativo è quello di un ufficiale morto in Africa, al quale apparteneva la rivoltella, recentemente acquistata dal Carosso e che gli assassini hanno asportato. Per quanto concerne le causali dell'assassinio, qualche giornale propone dei motivi politici più che l'ipotesi della rapina, a ciò indotto forse dal fatto accertato che il Carosso era stato minacciato, da chi e per quali ragioni ancora non ci è dato di conoscere. Sta di fatto, però, che almeno una tentata rapina c'è stata. Il 1° agosto il povero capo stazione avrebbe dovuto riscuotere una discreta somma tra stipendio ed arretrati, riscossione rinviata per forza maggiore al giorno dopo. Se fu delitto politico, come si spiegano l'ufficio sconvolto, la camera degli ospiti completamente sottosopra, un sacco di biancheria abbandonato e la porta d'ingresso forzata? Specialmente quest'ultima non è stata certo violentemente, aperta da esecutori di una sentenza di morte pura e semplice, polche questi avrebbero potuto sparare non visti dalla finestra socchiusa e comoda dell'ufficio. Nè vale opporre che due vani dell'alloggio del capo stazione furono trovati in perfetto ordine, con la somma di 1300 lire a portata di mano sul tavolo della cucina ed altre 13.000 lire facilmente reperibili nella camera da letto, denaro che non fu toccato. Questi elementi, se mal, suffragano la più verosimile ricostruzione del delitto. I coniugi furono probabilmente sorpresi in casa da tre delinquenti che, con una spallata, forzarono la porta, trovata poi col chiavistello interno scassato e con la chiave fissata nella serratura internamente. Uno dei tre tenne sotto la minaccia dell'arma il capo sta zione e la moglie, immobilizzati nell'ufficio; un altro rimase fuori accanto alla finestra a far da palo, il terzo rovistò nella biglietteria medesima e quindi sali alla camera soprastante. Mentre faceva bottino, fu sorpreso dagli spari delle rivoltellate scaricate sul Carossi, che deve aver tentato di reagire, forse in un momento di allentata sorveglianza, afferrando a mo' di clava il fucile da caccia appeso al muro. Il fucile da caccia gli è infatti caduto alle spalle sulla scrivania, perchè il capostazione raggiunto nello stesso istante in cui afferrava l'arma da due proiettili, uno dei quali lo ha ferito al polso della mano sinistra, deve essere spirato proprio mentre tentava la ribellione. A questo punto la rapina veniva troncata ed il sacco di biancheria abbandonato al pianterreno, dopo il colpo di grazia al marito e quello a bruciapelo alla moglie. Gli spari potevano essere uditi, era estremamente pericoloso trattenersi oltre la fuga immediata apparve agli assassini, che non avevano agito probabilmente con premeditazione omicida, garanzla d impunità.