Il terrore regnava nella stazione solitaria

 

L'ultimo atto della prima fase istruttoria sul delitto di S. Bernardino, si è chiuso nel pomeriggio di ieri con un nuovo sopraluogo del procuratore della Repubblica nella piccola stazione dove sono stati rimossi i sigilli all'ingresso del locali ed è stata compiuta un'altra minuziosa perquisizione. L'unico elemento di una certa importanza venuto in luce durante questa operazione, è costituito dal proiettile rinvenuto incastrato nell'armadio dell'ufficio. La pallottola ha lo stesso calibro, le medesime caratteristiche delle altre tre precedentemente repertate e si presume sia di riferirsi ad un colpo esploso attraverso la finestra dall'esterno, come mostrerebbe la sua traiettoria indicata dai segni lasciati alla base dell'armadio sul quale il proiettile ha strisciato prima di conficcarvisi. Fermo mantenuto. Durante la perquisizione il magistrato ha fatto un esame sommario della corrispondenza rinvenuta nella camera dei Carosso, trattenendo un plico di lettere di varia data e di contenuto sul quale viene mantenuto il massimo riserbo. Fatta la cessione dei locali all'Amministrazione ferroviaria da parte dell'autorità, inquirente, i familiari di Alfonso Carosso e di Domenica Galbani sono stati autorizzati a rimuovere quanto apparteneva alle vittime. Quando le varie formalità sembravano esaurite, si è avuto il piccolo colpo di scena dell'individuazione di un giovanotto intrufolatosi tra i funzionari inquirenti e i giornalisti a curiosare. Egli è stato fermato per il suo strano contegno. Sembrava a tutta prima che il fermo non dovesse aver seguito. Invece ci risulta ora che esso è stato mantenuto e che il giovane, residente a Momo, sarà sottoposto anche oggi a ulteriori interrogatori Un altro elemento accertato dalle indagini, è lo stato di gravidanza in cui era Domenica Galbani al momento di cadere assassinata dalla ferocia bestiale dei delinquenti. Qualche giornale è giunto acl affermare che la Galbani stava per avere un bambino dopo poco tempo. La verità è diversa. Proprio il giorno prima della tragedia, Domenica Galbani aveva confidato la sua incipiente maternità alla moglie del guardiacaccia Felice Mazzotti. La Galbani aveva fatto la stessa confidenza con evidente gioiosa soddisfazione, anche all'ostetrica di San Bernardino, poche ore prima del massacro, ritornando da una visita ai genitori, quella che la poveretta non immaginava dovesse essere l'ultima. Le indagini hanno pure accertato che pochi giorni prima, Alfonso Carosso aveva acquistato presso un armaiolo di Novara una scatola di bossoli per pistola. Furti e rapine In proposito sarà bene precisare che il Carosso poteva essere indotto da altre gravissime ragioni a porsi in condizioni di difendersi efficacemente. Era notorio che mendicanti e vagabondi si presentavano sovente, talvolta anche di notte, alla stazione isolata nella campagna. SI parlava di una banda di malfattori che infestava da mesi la zona commettendo reati su reati. Per trascurare quelli minori citeremo il grave furto perpetrato in pieno giorno nella vicina Briona, la settimana prima dell'eccidio, in casa del mediatore Arturo De Marmis, il quale è rimasto con i soli abiti che aveva indosso quel giorno; l'assalto alla succursale di Fara della Banca Popolare di Novara effettuato anche esso in pieno giorno; una grave rapina in un cascinale di Sillavengo, poco dopo l'imbrunire; un'altra grave rapina di cinque giovenche asportate in un sol colpo dalla stalla di una cascina a Barengo. Questi reati furono commessi nel giro di poche settimane da individui che furono visti armati invariabilmente di grosse pistole tranne che per il furto in casa De Marmis. La tecnica con cui sono stati consumati è sempre la stessa che provvede cioè, tra l'altro e anzitutto, ad eliminare ogni possibilità di comunicazione tra il luogo del misfatto e l'esterno tagliando le gomme delle biciclette e vigilando ogni uscita quando non vi siano i fili del telefono da strappare. Tutto questo sapevano i Carosso ed è spiegabile che essi, magari celiando, abbiano dichiarato di dover trovarsi una volta o l'altra nell'eventualità di fare la fine di « quelli di Villarbasse >